A differenza del bagno occidentale, la cui prima istanza è quella dell’igiene e della pulizia del corpo ed eventualmente di relax, il tradizionale bagno giapponese o furo tiene separate le due funzioni. Lo scopo principale del furo è rilassarsi e riscaldarsi e, come per altri aspetti della vita quotidiana, è regolato da un vero rituale.

Come funziona dunque il furo? Continua a leggere, te lo raccontiamo noi!

Arredamento, rituale e igiene: connubio imprescindibile nella cultura giapponese

La cultura giapponese è, senza tema di smentita, quella che nella storia dell’umanità ha dato all’igiene il valore più alto e più duraturo nel tempo. Già dal III° secolo gli storici cinesi attestano la predilezione dei giapponesi per la pulizia e l’igiene.

Questo avvenne sia per motivi religiosi che geografici: il clima umido estivo abbinato al clima rigido invernale, la grandissima abbondanza di terme naturali – gli onsen – e una naturale predisposizione hanno plasmato la cultura giapponese che ha dedicato al bagno, così come per altre attività quotidiane come il the, precisi rituali e cerimonie.

Il furo non è quindi assimilabile al bagno occidentale: la funzione principale è di rilassamento e riscaldamento. L’atto di pulizia è tassativamente operato in precedenza e, addirittura, in un’altra stanza!

Iniziamo spiegando com’è una tradizionale sala da bagno giapponese. Innanzitutto, la vasca a differenza da quella svasata tipicamente occidentale, è più profonda e con le pareti dritte, e ha il più delle volte una forma quadrata. L’accesso alla vasca può essere agevolato da gradini o sgabelli, che successivamente  vengono riposti.

La temperatura dell’acqua è piuttosto alta: 43°C o anche di più.

Il rituale segue un rigido ordine gerarchico. I primi ad accedere al furo sono gli ospiti, quindi gli anziani della famiglia, quindi i figli e infine la madre, che eventualmente si occupa anche dei bambini troppo piccoli da poterlo fare in autonomia. In altri casi è il padre che si occupa dei bambini piccoli.

Furo - Vasca drop in

Furo – Esempio di vasca drop in

Poiché tutti usano la stessa acqua calda, è tassativamente richiesto che si entri nel bagno già perfettamente puliti: per questo è adibita un’altra stanza. Nella cultura giapponese infatti ciò è che pulito e ciò che non è pulito non devono mai sovrapporsi. Per questa ragione si ha una stanza per i bisogni corporali e la pulizia del corpo. La pulizia avviene solitamente seduti su uno sgabello, ove ci si insapona, per poi risciacquarsi attraverso un catino o, più recentemente, attraverso delle apposite doccette.

In antichità il furo era operato nei sento, i bagni pubblici o negli onsen, le terme giapponesi. Dal XIX° secolo con il miglioramento delle infrastrutture idriche è divenuto comune anche nelle case private.

L'interno di un sento, i bagni pubblici giapponesi

L’interno di un sento, tipico esempio di bagni pubblici giapponesi

 

Tradizionalmente le vasche per il furo più eleganti sono in legno, tuttavia è comune al giorno d’oggi trovarle in materiale plastico come il polipropilene o in acciaio inossidabile. La temperatura dell’acqua viene mantenuta costante. Ciò avviene tramite sistemi di caldaie a gas o scaldabagni elettrici, che la miscelano prima di immetterla. Ancora oggi è possibile trovare, in case antiche, le originali vasche in ferro riscaldate da fornaci a legna.

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