Che gli antichi Romani fossero all’avanguardia nella tecnica idraulica è noto a tutti. I loro acquedotti ancora possono essere ammirati in giro per l’Italia e l’Europa mediterranea, testimonianza di una perizia incredibile per i tempi.
Un’altra grande innovazione dei Romani furono le Terme. Sebbene queste fossero già conosciute e apprezzate dai Greci e dagli Egizi, i Romani riuscirono a replicare i meccanismi delle terme anche laddove non erano presenti fonti termali.
La storia delle terme romane
Le Terme romane, alcune delle quali ancora possono essere ammirate – celeberrime le Terme di Caracalla a Roma, erano essenzialmente bagni pubblici in cui venivano replicati i benefici delle acque calde.
Soprattutto, erano dei luoghi di socializzazione, in cui rilassarsi e provare ristoro, aperte a tutte le classi sociali. Una vera e propria livella sociale, possiamo dire.
Si trattava di un vero e proprio centro ricreativo polifunzionale. La maggior parte delle terme includeva centri sportivi, piscine, parchi, librerie, piccoli teatri per ascoltare poesia e musica e una grande sala per le feste, una vera e propria città nella città. Vi si trovavano anche ristoranti e locande.
Foto dii Zavijavah – Opera propria, CC BY-SA 3.0 – Wikipedia
I balnea, divisi per uomini e donne, rappresentavano un must nelle città romane: al loro interno si conducevano affari, si adempieva ai riti igienici, si stringevano accordi e alleanze.
Non senza effetti collaterali, tra l’altro: secondo alcuni studiosi, i problemi otorinolaringoiatrici così frequenti in quelle popolazioni erano da addurre anche all’uso intensivo delle Terme e all’effetto sul lungo periodo dell’aria calda e umida, che favoriva infezioni e infiammazioni.
Come funzionano le terme romane
Il cuore delle terme romane era rappresentato da cinque ambienti: apodyterium, sudatio, tepidarium, calidarium e frigidarium.
Ognuno di questi ha una funzione ben specifica, ma è solo dalla loro unione che si esprimono al meglio gli effetti benefici delle terme.
L’apodyterum erano gli spogliatoi, ove ci si liberava dei propri vestiti per indossare esclusivamente un mantello di lana. Da questo si passava poi al sudatio, così chiamato perché la sua funzione era esattamente quella di stimolare una forte sudorazione in ambiente caldo e secco.
Quindi si passava al tepidarium, un ambiente di transizione tra le sale in cui l’ambiente era mantenuto tiepido ma sprovvisto di acqua. Altre sale con vasche d’acqua tiepida erano comunque presenti, all’interno delle quali si svolgevano le attività più sociali.
Il calidarium, invece, era un locale assimilabile a quello che conosciamo come “bagno turco”: la temperatura era molto alta in cui era presente una vasca d’acqua calda ove immergersi e una conca più piccola d’acqua fresca per rinfrescare il viso e le mani.
Infine, il frigidarium era un’area a temperatura ambiente con vasche d’acqua fredda.
Il sistema di riscaldamento del calidarium si basava su tecniche indubbiamente sofisticate per quei tempi: delle fornaci erano poste in locali costruiti in mattoni o pietra refrattaria adiacenti alle sale da riscaldare. In tal modo il calore veniva concentrato per evitarne le dispersioni.
Su ogni fornace era posta una grossa caldaia di rame, formata da tre recipienti posti uno sopra l’altro e comunicanti. Quando l’acqua calda fuoriusciva dal basso veniva subito rimpiazzata da quella tiepida del recipiente intermedio, e lo stesso avveniva tra quest’ultimo e il recipiente superiore. Questo sistema, semplice ma efficace, garantiva un flusso di acqua calda continuo.
Valvole e diaframmi posti sul fondo delle caldaie aumentavano e diminuivano l’intensità del fuoco. In tal modo era possibile regolare il calore dell’acqua per mantenere costante la temperatura della vasca.
Una zona, chiamata laconarium, era infine adibita ai massaggi e all’unzione con oli profumati ed essenze.
Gli arabi e gli hammam
Prendendo spunto dalle terme romane in Africa e in Medioriente, gli Arabi rivisitarono tutto pur mantenendo inalterato il fascino di quei luoghi, deliziati dall’abbondanza di acqua e dai piaceri dei balnea. Con l’avvento dell’hammam – il bagno turco – tale percorso per diversi motivi è stato ridotto, e per certi versi stravolto. Il percorso tipico dell’hammam è infatti divenuto una sequenza di 3 sale, che a differenza delle terme romane vanno dalla più calda alla più fresca. Tale percorso era comunque, come per i romani, seguito da massaggi rilassanti a tutto il corpo.
Le tre differenti zone prendono il nome di Camekan, una sorta di vestibolo, in cui ci si spoglia degli abiti e ci si copre con un telo; Sogukluk, una stanza di transizione che permette di acclimatarsi; e Hararet, il vero e proprio centro dell’hammam, la stanza calda e piena di vapore in cui rilassarsi e sudare prima di effettuare scrub ed eventuale bagno, con ampie panche per il relax e fonti d’acqua per rinfrescarsi.
Nell’hammam si svolgevano cerimonie importanti come quella che precedeva il matrimonio e ancora oggi, dalla Tunisia al Marocco, è il luogo di elezione delle donne che qui ricreano i propri rituali igienici, estetici, terapeutici ma soprattutto sociali. Un luogo piacevole e intimo in cui lasciarsi andare liberamente alla chiacchiera, al pettegolezzo e allo sfogo. Come la sacra legge impone, gli hammam sono luoghi pulitissimi e ordinati, tanto che anticamente venne istituita addirittura la figura di un ispettore addetto appositamente al controllo della pulizia e della qualità dell’acqua, mentre gli addetti ai massaggi erano soliti strofinare i palmi delle proprie mani con la scorza della melagrana per renderli più duri e profumati.
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